L’incombente crisi energetica sta coinvolgendo sia il settore industriale che il settore civile.
Al momento le energie rinnovabili, quali il fotovoltaico, l’eolico e l’idroelettrico, in base all’area geografica di appartenenza, offrono un aiuto sostenibile. La nostra area è caratterizzata da una buona propensione al fotovoltaico sia per la sua peculiarità geografica che per la forte presenza di siti industriali.
A tal proposito incontriamo Paolo Balbi, amministratore dell’azienda Delta Synergy di Castegnero, al quale chiediamo una panoramica sulla sua azienda e sui settori in cui opera
«Delta Synergy è nata nel maggio del 2016 – esordisce Paolo Balbi – ed è composta da 4 soci: io, Stefano Montan, Marco Albertin e Fabio Lazzari. Dopo un’esperienza ventennale nel settore, abbiamo deciso di capitalizzare le nostre conoscenze e competenze fondando una nuova azienda, la Delta Synergy appunto. Abbiamo sempre lavorato nella quadristica e nell’impiantistica elettrica industriale e quindi abbiamo deciso di continuare a lavorare per questa fetta di mercato. Per farlo ci siamo organizzati fin da subito cercando di strutturare l’azienda in tal senso e nel giro di pochi anni siamo cresciuti: ora contiamo in tutto 22 addetti, di cui 6 impiegati in ufficio, 4 operai dedicati all’ assemblaggio dei quadri elettrici e i restanti sono installatori e manutentori.
Io mi occupo principalmente della parte commerciale, mentre il servizio tecnico interno è così organizzato:
Stefano ed Enrico seguono la quadristica, Marco e Daniel l’impiantistica, mentre Fabio la manutenzione ed il “pronto-intervento”. Francesco, iscritto all’Albo dei periti di Vicenza, è il nostro progettista interno.
Completano il team Stefania e Laura, le nostre donne dell’ufficio amministrativo.»
Siete certificati?
«Abbiamo appena svolto l’audit con l’ente certificatore RINA per la certificazione UNI EN ISO 9001:2015 e puntiamo a proseguire nel percorso certificativo: per mantenere uno standard qualitativo alto e per poter lavorare con aziende di certe dimensioni la certificazione è d’obbligo».
Com’è stata l’evoluzione del mondo delle rinnovabili e nel settore fotovoltaico in primis?
«Sicuramente in quest’ultimo anno il settore è esploso, complice soprattutto l’aumento delle bollette che negli ultimi mesi sono più che raddoppiate tanto nel civile quanto nel settore industriale. Noi realizziamo principalmente impianti di medio-grosso calibro e offriamo al cliente l’assistenza tecnica necessaria dando anche garanzia di una presenza post-vendita, cosa non così scontata al giorno d’oggi.
Ci tengo a sottolineare che, stando ai costi attuali dell’energia, il rientro dell’investimento per la realizzazione di un impianto fotovoltaico è di 3-4 anni, se non sono previste bonifiche e/o modifiche del tetto. Oggi le aziende più virtuose investono su questa tecnologia».
Che durata ha un impianto fotovoltaico?
«Di almeno 25 anni ma può durare ben oltre; tuttavia, bisogna considerare che l’invecchiamento causa un calo della resa di circa 0.5-1% annuo. Questo valore varia in base alla qualità dei componenti che si installano.
Le aziende stanno prendendo coscienza di quelli che sono i problemi ambientali?
«In Italia la transizione ecologica sta facendo aumentare la sensibilità delle aziende su questi argomenti, ma sono in particolare i grossi gruppi industriali e le multinazionali estere che hanno sedi nel nostro Paese ad avere una visione piu green rispetto alla nostra in genere. Comunque, anche gli italiani si sanno avviando su questa strada…».
Torniamo alle problematiche più tecniche per capire cosa comporta l’installazione di un impianto fotovoltaico. Che superfici bisognerebbe destinare in funzione dei kw necessari? Qual è il rapporto fra superficie esposta e kw ottenuti e soprattutto nel tempo com’è cambiato questo rapporto?
«Negli anni i prodotti si sono evoluti: basti pensare che per realizzare 1 kW dieci-dodici anni fa servivano circa 7 mq di superficie (4 moduli fotovoltaici), mentre oggi bastano poco più di 4 mq pari a 2 soli moduli. Ad ogni modo, non esiste una formula matematica univoca poiché molti sono i fattori da considerare: innanzi tutto i fattori ambientali (quali inclinazioni, esposizione, ombreggiamenti, ecc.); poi indubbiamente bisogna analizzare il fabbisogno aziendale e la disponibilità di superficie adatta ad ospitare l’impianto.
È necessario quindi uno studio approfondito analizzando il fabbisogno di energia nelle varie fasce orarie, in modo da creare un impianto ad hoc. In azienda abbiamo software specifici che tengono conto di tutti questi elementi. Un giusto dimensionamento è dunque fondamentale per evitare la produzione in eccesso, che in questi ultimi anni non è conveniente.
Quali sono le superfici privilegiate per installare gli impianti fotovoltaici?
«Sostanzialmente i tetti, in alcuni casi anche a terra se vi sono le condizioni, ma trovo eticamente sbagliato destinare terreni agricoli al fotovoltaico: abbiamo tanti tetti industriali liberi senza andare a deturpare il paesaggio».
Le normative attuali prevedono agevolazioni e/o contributi? Come si muovono le regioni, lo Stato e la Comunità Europea?
«Purtroppo, in questo momento non ci sono grandi opportunità né agevolazioni in merito. Già da qualche anno il Governo ha emesso un credito d’imposta, che per il 2022 fino a giugno del 2023 è del 6% (l’anno scorso era del 10%). Sporadicamente ci sono dei bandi ma sono spesso di difficile approccio. Ad ogni modo, il risparmio e il rientro dell’investimento in tempi brevi rimangono l’unico vero incentivo, soprattutto adesso con l’aumento delle bollette».
Esistono vincoli all’istallazione di pannelli fotovoltaici?
«Generalmente no, ma bisogna sempre valutare dove si opera tenendo conto anche dei regolamenti comunali che potrebbero imporre delle limitazioni o eventuali prescrizioni dei Vigili del Fuoco nel caso di attività soggette al CPI (Certificato Prevenzione Incendi)».
Che manutenzioni richiede un impianto fotovoltaico e che costi comporta annualmente?
«Il costo di manutenzione dipende molto dalla taglia dell’impianto e dalla facilità di accesso alla copertura. Generalmente si effettua la pulizia, il controllo e il serraggio dei componenti elettrici annualmente. Per mantenere efficiente l’impianto inoltre è consigliato il lavaggio dei moduli fotovoltaici almeno una volta all’ anno. Certi ambienti però richiederebbero una pulizia più frequente, quali ad esempio i capannoni di allevamenti agricoli».
Qual è la cosa che danneggia di più impianto fotovoltaico?
«In realtà non vi sono problematiche particolari se l’impianto viene realizzato a regola d’arte, dimensionandolo opportunamente e utilizzando materiali di qualità, non “da prezzo”. Consiglio di installare moduli fotovoltaici con classe 1 reazione al fuoco per aumentare il grado di sicurezza.
La nostra azienda installa principalmente impianti intelligenti con ottimizzatori di potenza che, oltre a ridurre automaticamente la tensione prodotta dai moduli fotovoltaici a livelli di sicurezza in caso di assenza di rete o guasti, forniscono il monitoraggio puntuale e avanzato delle prestazioni dell’impianto. Gli ottimizzatori permettono di supervisionare la produzione di ogni singolo modulo, caratteristica che un impianto tradizionale non può offrire, contribuendo così in maniera determinante al maggior rendimento e alla durata dell’impianto stesso».